Impatto di una pandemia di infezioni respiratorie sul settore della ventilazione: avremo imparato dai nostri errori?

L'uso e il valore della ventilazione meccanica negli edifici è stato un dibattito attivo per decenni. In alcuni Paesi, in particolare nei Paesi nordici, la ventilazione controllata è diventata uno standard negli edifici commerciali e residenziali. Sono state sviluppate tecnologie per garantire una qualità dell'aria interna (IAQ) e un comfort ottimali (spesso indicati come qualità dell'ambiente interno (IEQ)), riducendo al minimo il consumo energetico associato.  

Poiché al giorno d'oggi circa il 90% del tempo delle persone viene trascorso in ambienti chiusi, da anni studi scientifici dimostrano che le aziende con una buona IEQ rendono le persone più felici, con il 20% di probabilità in più di non cambiare lavoro e con il 30% di attrattiva in più rispetto alle aziende che non lo fanno. Uno studio ha dimostrato che nelle scuole un miglior flusso d'aria - da un litro al secondo per persona a 8 litri al secondo per persona - porta a un miglioramento del 3% nei tempi di reazione degli studenti, dell'8% nella loro memoria visiva e del 14% nel riconoscimento delle parole. Allo stesso modo, stanze poco ventilate con oltre 1000 ppm di CO2 comportano un aumento del 10-20% delle assenze per malattia.

Nonostante questi dati, nella maggior parte dei Paesi europei la ventilazione controllata è ancora limitata ad alcuni tipi di edifici, se non addirittura ad altri. Nel 2021, in media nell'UE-27, circa il 30% degli edifici commerciali (non residenziali) non sarà dotato di alcuna ventilazione. I concetti e le tecnologie di ventilazione utilizzati in questi Paesi sono spesso rudimentali e dispendiosi dal punto di vista energetico (ad esempio, senza recupero di calore). Per quanto riguarda gli edifici residenziali, ci sono enormi differenze tra i vari Paesi. In Scandinavia, ad esempio, l'80% delle nuove costruzioni è dotato di ventilazione e recupero di calore. In Germania la percentuale è del 25%, mentre nel resto dell'UE è inferiore al 20%.

Il consumo di energia negli edifici rappresenta oltre un terzo della domanda globale di energia. L'HVAC rappresenta un quinto del consumo diretto di energia elettrica dell'edificio o fino al 45% quando il riscaldamento degli ambienti e dell'acqua è attivato termicamente da pompe di calore.

A seconda del flusso di aria fresca e del rapporto di recupero di calore dell'aria di scarico, l'energia elettrica necessaria per la ventilazione e per compensare le perdite termiche è tutt'altro che trascurabile. Si stima che per ventilare i 27 Paesi dell'UE siano necessarie da una a cinque centrali elettriche da "1 GW" (grandi centrali nucleari).

Quindi, se la tecnologia esiste, perché noi, come industria, non siamo riusciti a diffonderla in tutto il continente? Le ragioni sono molteplici. In primo luogo, la complessità dei problemi che richiedono il controllo simultaneo di molti parametri diversi e spesso conflittuali. È inoltre necessario padroneggiare la tecnologia e trattare con più fornitori e proprietari: in alcuni casi, gli inquilini non sono gli stessi proprietari o investitori. Anche l'ignoranza è un problema: molte persone semplicemente non capiscono che, ad esempio, la CO2 ha un impatto sulle prestazioni. Infine, c'è una mancanza di visualizzazione. Tutto ciò significa che stiamo operando in un paradigma molto difficile.

Con la pandemia COVID19, la salubrità degli ambienti interni è diventata improvvisamente un fattore essenziale per la salute pubblica. I dibattiti decennali sul valore della ventilazione meccanica all'avanguardia hanno subito un'improvvisa accelerazione. L'aspetto sorprendente di questa crisi è la rapidità con cui l'IEQ attraverso la ventilazione meccanica controllata ha raggiunto il consenso, non solo della comunità scientifica, ma anche della politica e della popolazione.

Il costo stimato della pandemia Covid-19 per l'economia globale è stato di circa 1.000 miliardi di dollari al mese. Allo stesso tempo, la ventilazione rappresenta solo l'1% dei costi di investimento degli edifici.

È stato dimostrato nel modo più assoluto che investire una piccola frazione aggiuntiva in sistemi HVAC all'avanguardia che portino a una buona IEQ non è solo un segno di miglioramento della salute pubblica, ma anche una necessità per ridurre al minimo l'impatto ambientale. C'è la speranza che la società, la politica e l'industria abbiano imparato dai propri errori e non li ripetano più.