SMART READINESS INDICATOR, l’indice UE che valuta l’intelligenza degli smart building

SMART READINESS INDICATOR (SRI), l’indice UE che valuta l’intelligenza degli smart building e l’importanza della DCV (Demand Control Ventilation) nel Dominio ventilazione.
 
La strategia e i Regolamenti Europei sulla prestazione energetica degli edifici
E’ ormai noto che in ambito Europeo gli edifici sono responsabili - direttamente o indirettamente - del 40% del consumo totale di energia primaria e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.
Per rilanciare lo sviluppo dell’edilizia sostenibile e delle ristrutturazioni green, sia per gli edifici pubblici che privati nei diversi settori commerciali e residenziali, nell’ottobre 2020 la Commissione Europea ha pubblicato “Renovation Wave”, la nuova strategia Comunitaria che ha come obiettivo la ristrutturazione di 35 milioni di edifici entro il 2030, creando fino a 160.000 posti di lavoro in più nel settore delle costruzioni e consentendo all'UE di raggiungere il suo obiettivo di rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050.EC
Questa spinta è in linea con quanto previsto dalla recente Direttiva (UE) 2018/844 (la cosiddetta EPBD III, European Performance of Building Directive) sulla prestazione energetica degli edifici, che ha modificato le precedenti Direttive (UE) 2010/31 - riguardante la prestazione energetica nell’edilizia - e la (UE) 2012/27 sull’efficienza energetica.
Uno dei principali focus della Direttiva EPBD è quello di sfruttare al meglio il potenziale delle smart technologies nel settore delle costruzioni, anche introducendo nuovi criteri e nuovi indicatori.
 
L’indice SRI - Smart Readiness Indicator
Con la EPBD III del 2018, la Commissione Europea ha introdotto per la prima volta il concetto di Smart Readiness Indicator (SRI), ovvero un indicatore - comune a livello UE - per valutare qualitativamente il grado di “intelligenza” degli edifici.
Secondo la metodologia SRI proposta, il punteggio di “prontezza intelligente” di un edificio è rappresentato da un valore percentuale che esprime quanto vicino (o lontano) sia l'edificio dal massimo livello di intelligenza ideale. Maggiore è la percentuale, più intelligente è l'edificio.
L’indicatore SRI mira a rendere più tangibile il valore aggiunto delle tecnologie smart, dei servizi digitali negli edifici (dal punto di vista energetico e di comfort) nonché ad aumentare la consapevolezza in merito ai vantaggi per gli utenti e i proprietari, motivando l’accelerazione agli investimenti.
 
L'indice SRI valuta infatti quanto sia intelligente un edificio in termini di:
  1. risposta ai fabbisogni dell'occupante (salute, comfort, benessere, ecc.)
  2. utilizzo di strategie di controllo dell'efficienza energetica
  3. interazione con le reti energetiche (flessibilità energetica ed integrazione di sistema)
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Figura 1: termini di valutazione dell’indice SRI
L’indicatore SRI intende inoltre promuovere nel decennio 2020-2030 le ristrutturazioni digitalmente compatibili, integrare l’energia rinnovabile e consentire la misurazione del consumo effettivo di energia, tenendo conto delle necessità degli utenti e delle ottimizzazioni possibili derivanti dalla gestione della imponente quantità di dati messa a disposizione relativamente all’edificio.
Guarda anche il Video: introduzione al SRI https://www.youtube.com/watch?v=h6HpHgBxAdI
 
Il metodo di calcolo dell’indice SRI
Per quanto riguarda la metodologia adottata per calcolare l’SRI, viene seguita una procedura flessibile di valutazione multi-criterio attraverso un semplice processo di check-list diretto dei servizi “smart ready” presenti in un edificio: il certificatore, soggetto responsabile di valutare il grado di intelligenza di un edificio, deve determinare quali servizi smart ready siano presenti nell’edificio ed il loro livello di funzionalità (un livello di funzionalità più alto riflette un’implementazione “più intelligente” del servizio, il che generalmente si traduce in impatti più vantaggiosi per gli utenti dell’edificio).
Questi servizi sono suddivisi in 9 domini o tipologie di servizio: riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, sistema di ventilazione, illuminazione, copertura dinamica edificio, elettricità, sistemi di ricarica veicoli elettrici, controllo e gestione.
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Figura 2: i nove Domini che strutturano l’indice SRI
Viene poi effettuata una valutazione dei livelli di funzionalità che questi servizi possono offrire. Ciascun servizio può infatti essere implementato con vari gradi di intelligenza; prendiamo ad esempio il controllo della ventilazione: questo può variare dalla semplice implementazione manuale di accensione/spegnimento a portata costante, ai moderni metodi di controllo più elaborati in grado di gestire - stanza per stanza e sulla base dell’effettivo livello di occupazione – tutti i parametri di controllo termo igrometrico ma anche i livelli degli inquinanti quali CO2, VOC (Volatile Organic Compound), ecc.
 
Dopo aver determinato i servizi presenti in un edificio, viene valutato il rating sulla base di 7 criteri di impatto:
  • risparmio energetico;
  • flessibilità energetica;
  • comfort;
  • convenienza;
  • benessere e salute;
  • manutenzione;
  • informazione per l’utente;
Infine, sulla base di una check list di controllo, questi impatti e funzionalità vengono aggregati in un punteggio complessivo che evidenzia l’intelligenza di un edificio. Il risultato può essere presentato sia come singolo punteggio complessivo, sia come punteggio relativo o come classificazione di un’etichetta (ad es. classe di etichetta SRI ‘B’).
 
Il dominio “Ventilazione” e la DCV – Demand Control Ventilation
Negli impianti HVAC, la Demand Control Ventilation (DCV) è il sistema smart che permette di regolare il flusso d’aria negli ambienti in modo intelligente e dinamico, zona per zona e stanza per stanza, in base al reale fabbisogno dell’utenza in un dato momento. 
Tale sistema permette da un lato di garantire elevati livelli di comfort in ambiente e dall’altro di promuovere un notevole risparmio energetico rispetto ai tradizionali impianti CAV (Constant Air Volume) grazie alla modulazione continua della portata d’aria. Un sistema DCV è in grado di “inseguire” dinamicamente l’utenza negli spostamenti da un locale ad un altro, vedi l’esempio degli studenti che si muovono all’interno della scuola (nelle varie aule, palestra, mensa, ecc.) o gli impiegati di un’azienda che si spostano dalla propria postazione, alla sala riunioni, alla mensa, ecc.
CAV2Figura. 3: DCV e CAV a confronto: modulazione della portata aria (esempio per un ufficio)
Fatta questa premessa, considerando gli impatti previsti a livello del “Dominio ventilazione” e i requisiti premianti in termini di livelli di funzionalità, appare evidente che i punteggi più alti per l’indice SRI possono essere raggiunti solo con un sistema di ventilazione basato sulla Demand Control Ventilation, con sonde di CO2 e VOC; di conseguenza la DCV assume oggi, sotto ogni punto di vista, un livello di interesse decisamente molto elevato da parte di tutti i progettisti e professionisti del settore HVAC.
 
Fonti:
 
 
J. Gandini: studio comparativo delle diverse tecniche di Demand Controlled Ventilation (DCV) negli edifici residenziali con particolare focus sugli impatti previsti dalla Direttiva (UE) 2018/844 del 30 maggio 2018 (EPBD III) – Convegno Nazionale AiCARR, 2022.